L’educazione in natura o outdoor education è una modalità innovativa per lo sviluppo di numerose facoltà. Non solo per i bambini nella prima infanzia ma anche nelle successive fasi evolutive. Studi accademici stanno dimostrando che si tratta di un metodo in grado di solleticare competenze chiave. Nell’incontro con l’ambiente il bambino sviluppa competenze civiche e sociali, sono più sereni e imparano meglio.
Educazione in natura
L’educazione in natura è un metodo sperimentato in diverse realtà. Nato in Danimarca è approdato da poco in Italia dove ha trovato terreno fertile anche nelle aule universitarie. Infatti l’approccio indicato ha un elevato valore pedagogico e incrocia la strategia educativa europea. L’educazione in natura consente lo sviluppo della consapevolezza ed espressioni culturali. Queste si poggiano sulla possibilità di vivere esperienze globali ed esercitare la capacità di problem solving.
I bambini all’aperto imparano meglio e in modo sereno. Alimentano lo sviluppo cognitivo ed emotivo, solleticano lo spirito d’iniziativa e tendono a superare i propri limiti. Soltanto un ambiente naturale e destrutturato consente di cimentarsi con tutti gli elementi. Ma anche di mettere alla prova le competenze scientifiche come presupposto della conoscenza della natura stessa. A questo bisogna aggiungere che una educazione in natura consente di migliorare le capacità motorie e relazionali.
Il modello educativo innovativo
Per descrivere il modello di educazione in natura è necessario fare ricorso alla flessibilità. Infatti si tratta di un metodo aperto ad un ampio ventaglio di possibilità. L’impalcatura è rappresentata dall’ambiente esterno che rappresenta il contesto educativo. E in questo “contenitore” si aprono a raggiera approcci esperienziali che consentono l’evoluzione del bambino. Ovvero la possibilità di godere di tutti gli stimoli all’apprendimento, e una crescita complessiva. Ovvero non solo cognitiva ma anche emotiva, fisica e relazionale.
Sull’educazione in natura è stato tradotto anche un manifesto culturale dal Comitato Nazionale fondato ad hoc. Questo prevede dieci “regole” che trasferiscono l’obiettivo del metodo proposto. La prima regola è “vivi” nel momento presente; nell’avventura; nella natura incontaminata. “Ascolta” il silenzio, la natura; l’altro. “Accogli” la varietà; le stagioni; l’imprevisto; gli errori. “Emozionati” con le piccole cose; con lo scorrere delle stagioni; con la gioia di vivere; con tutto ciò che sei. “Fidati” di te stesso; della natura; degli altri; del tuo istinto. “Gioca” selvaggio; sporcandoti; emozionandoti; con gli altri. “Rallenta” le tue giornate; al ritmo della natura; al tempo dell’incontro; al tuo ritmo. “Scopri” il tuo mondo; i tesori della terra; i limiti; i tuoi talenti. “Rischia” per sbagliare e imparare; per misurarti nell’ambiente; per crescere insieme; per sfidare te stesso. “Agisci” libero; consapevole; vivace; leggero.
Il rispetto per l’ambiente
L’educazione in natura consente non solo lo sviluppo di tutte le capacità psico-fisiche ma anche il rispetto. La possibilità di vivere l’ambiente offre l’opportunità di costruire una cultura della tutela e della valorizzazione. Solo stando a stretto contatto con gli alberi, le piante, la terra, i bambini imparano ad apprezzarlo. E più avranno modo di conoscere la botanica più saranno consapevoli della necessità di convivere nell’armonia della natura.
Avere la possibilità di giocare con gli elementi della natura significa assimilarli e interpretarne l’ecosistema. Solo in questo modo diventeranno adulti consapevoli dello spazio che occupano. E della necessità di salvaguardare le preziose risorse che consentono equilibrio e rigenerazione. Per questo l’educazione in natura è la nuova frontiera pedagogica che incontra un sano sviluppo del bambino. Oltre che una opportuna inversione di tendenza sul consumo del suolo e delle foreste.
La libertà e le regole di buon senso
Con il concetto di educazione in natura intendiamo anche la possibilità di crescere in libertà. Ovvero un concetto inteso non come assenza di regole ma come prevalenza del buon senso. In questa espressione di massima libertà prevale il rispetto reciproco, e quello per la natura stessa. Infatti sarà compito dell’educatore di condividere questo approccio e fare in modo che venga interiorizzato. Così la “costruzione del senso comune” è il metodo migliore per educare adulti responsabili e consapevoli.
E proprio alimentando il senso comune che tutti i bambini adotteranno comportamenti per garantire l’ecosistema. Saranno consapevoli di cosa significa affrontare il cambiamento climatico e da cosa è stato causato. Gli adulti di domani sapranno adottare azioni di tutela dell’ambiente e saranno tutti orientati al riciclo. Il gioco resta il metodo più efficace nella educazione di cittadinanza attiva.
E l’educazione in natura non si rivela utile solo per migliorare le capacità di apprendimento e problem solving. Ma anche nell’ottica di protezione dell’ambiente naturale oggi messo a dura prova dall’inquinamento globale. Dunque il metodo proposto considera il recupero dei giochi all’aperto come strumento di conoscenza. Oltre che di esercizio per la crescita personale. Giocare a palla, tra gli alberi, sporcarsi, giocare con le balle, con l’acqua. Ma anche giocare nelle pozzanghere e salire sugli alberi.
Giocare nel bosco per affrontare la vita
La possibilità di esercitare una educazione in natura consente ampi margini di autonomia. Seguendo le logiche di alcuni pedagogisti molto famosi, giocare nel bosco accresce l’autostima. Quindi la percezione del sé e ogni aspetto della vita quotidiana. Confrontandosi con le attività da sperimentare nel bosco apprendono i ritmi della natura e si ritrovano ad assecondarli. Immersi nell’arco di una intera giornata il bambino avrà modo di catturare tutti gli stimoli possibili. Non solo le scoperte ma anche le difficoltà con cui dovranno fare i conti. E qui che avranno l’opportunità di imparare, quindi di crescere in maniera sana ed equilibrata.